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Grazie a una frequentazione di lavoro e amicizia durata più di un decennio, l’autore ha raccolto direttamente dall’artista un’inedita documentazione sulla vita e l’opera. Il risultato è quest’ampia monografia (la prima pubblicata dopo la sua scomparsa) innovativa rispetto alla ricca bibliografia esistente. L’analisi storico-critica della vicenda creativa va di pari passo con un Burri privato, permettendo al lettore di scoprire gli aspetti umani di questo gigante dell’arte contemporanea. Alberto Burri (Città di Castello, Perugia 1915 – Nizza 1995) s’impose all’attenzione internazionale nel 1952, quando scandalizzò il mondo dell’arte con i suoi sacchi. “Inventore” della potenzialità espressiva dei materiali più diversi, ha utilizzato una tavolozza fatta di catrame, sabbia, stracci e tela di sacco, realizzando opere di grande intensità formale come le combustioni, i legni, i ferri, le plastiche e i cellotex. Il contributo che ha dato all’arte contemporanea è altissimo. A Burri hanno attinto in molti, ad esempio un giovane di nome Rauschenberg che dopo un soggiorno italiano cominciò a realizzare i suoi “combine paintings”… Più che profetiche le sue parole: “Nella distruzione finale sono sicuro che qualcosa resterà del mio lavoro. È difficile che certe cose si perdano…”. Le foto sono di Ugo Mulas, Federico Patellani e Aurelio Amendola.