Autore
Editore
Il Bulino Edizioni d'Arte
Luogo di pubblicazione
ISBN
Pagine
Dimensioni
25x32
Lingua
Anno pubblicazione
Rilegatura
Illustrazioni
Il codice miniato su pergamena (1474-1479 ca.) è costituito da due frammenti conservati a Modena e a Roma. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ne ha promosso la riunificazione, affidando al Bulino lesecuzione di una esclusiva edizione in facsimile per valorizzare il pubblico patrimonio artistico e stimolarne la conoscenza.
Il codice risulta così costituito da 169 ritratti di principi e membri di Casa dEste dalle origini alle soglie del Cinquecento: da Alberto Azzo, primo vicario di Ferrara (1095), a Isabella dEste-Gonzaga (1474). Sono inoltre già predisposti i medaglioni per i successivi quattro figli di Ercole I, fino a Ippolito, nato il 20 marzo 1479, e da ciò si è desunta la datazione del codice. Il miniatore fu con certezza artista ufficiale di corte, presumibilmente proveniente dalla scuola di Bonifacio Bembo o dalla cerchia di Baldassarre dEste. Eseguito per la famiglia estense, il codice appartenne al cardinale Alessandro fino alla sua morte (1625), poi allordine dei Teatini di Reggio Emilia, presso i quali venne inopinatamente smembrato e disperso. Il frammento costituito dai due in folio esterni rientrò in Biblioteca Estense alla soppressione dellordine (1782), mentre i quattro in folio centrali riapparvero nel 1886 e furono acquistati dallo Stato per la Biblioteca di Roma, essendo allora ignota lappartenenza al codice estense.
Il manoscritto, un unicum per interesse genealogico, iconografico e per la storia del costume, era un aulico album di famiglia da mostrare agli ospiti di rango per ostentare ricchezza, potere e origini illustri. Prevedeva nove ritratti per ogni carta, peraltro non tutti realizzati. I 169 Estensi effigiati entro medaglioni cinti di lauro, presentati a mezzo busto, hanno i volti acquerellati su fondo turchino; il fondo oro è riservato ai principi regnanti, indicati con il bastone di comando, e alle relative consorti. I testi sotto i medaglioni, in dialetto ferrarese, identificano i personaggi e forniscono dati biografici essenziali; per i principi più importanti abbondano notizie e note a margine. Lunica difformità figurativa è costituita dal ritratto di Borso dEste, rappresentato a piena pagina, a figura intera su un prato erboso, con sgargianti vesti rosse ornate doro e lo scettro del comando. Questo non solo per il suo ruolo primario nella casata, ma anche come ringraziamento postumo di Ercole I al fratello che, nella successione, laveva preferito al nipote, pretendente legittimo.