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Frutto di lunghi anni di ricerca e di appassionate scoperte, la collezione di Raffaele Garofalo annovera dipinti, sculture, libri, disegni e documenti antichi, testimonianze e memorie di ogni genere dal Medioevo ai nostri giorni. Medico insigne, da sempre cultore di studi umanistici, scienziato per mentalità e formazione, dotto conversatore e sensibile osservatore dei grandi problemi sociali, politici e religiosi del nostro tempo, Garofalo ha avuto e ha di mira l’aspetto fondamentale dell’amore per l’arte, quello che porta a conoscere sé stessi attraverso le opere dell’ingegno, cercandole e raccogliendole per comunicare con gli altri e renderli partecipi del patrimonio di esperienze che ognuno di noi è stato in grado di accumulare. Il volume costituisce il primo catalogo della straordinaria sezione di dipinti riuniti dal collezionista: le opere spaziano dal frammentario polittico di Gaspare da Pesaro – maestro operoso a Palermo tra il 1413 e il 1461 – alla bellissima tavoletta di Matteo di Pacino, o Maestro della cappella Rinuccini, raffigurante l’Incoronazione della Vergine, dalla Madonna e il Bambino di Paolo Veneziano nel suo impianto solenne e bizantineggiante ai due capisaldi del Rinascimento italiano lo Sposalizio della Vergine Bergognone e il prezioso, intenso ritratto di papa Clemente VII di Sebastiano del Piombo, dagli intensi esempi di pittura caravaggesca (spicca tra tutti Battistello Caracciolo, il grande maestro napoletano che conobbe il Caravaggio e che in questo dipinto, firmato con un elegantissimo monogramma che imita una foglia d’oro, propone una figura ispirata e patetica di San Gennaro) allo splendido nucleo di tele di Pietro della Vecchia, eclettico maestro nella Venezia seicentesca fino alle opere dei pittori più rappresentativi dell’arte italiana della seconda metà del XIX secolo come Mosé Bianchi, Filippo Carcano, Giovanni Boldini, Federico Faruffini, Giovanni Fattori, Giacomo Favretto, Pietro Fragiacomo, Vincenzo Irolli, Silvestro Lega, Antonio Mancini, Alessandro Milesi, Angelo Morbelli, Domenico Morelli, Giulio Aristide Sartorio, Giuseppe Signorini e Armando Spadini.